
I vincitori dei «Sony World Photography Awards» in mostra a Milano. È il più vasto e prestigioso premio di fotografia internazionale, giunto alla diciottesima edizione: da domani fino al 30 settembre il Museo Diocesano ospita per la terza volta l'esposizione collettiva che raduna i protagonisti di queste affascinanti narrazioni visuali da tutto il mondo. Promossi dall'azienda giapponese di digital imaging e dalla World Photography Organization, i premi vengono attribuiti a Londra a metà aprile e le immagini vincitrici sono successivamente esposte alla Somerset House per poi approdare nel capoluogo milanese, una raccolta di eccellenze fotografiche affermate ed emergenti allestita con la curatela di Barbara Silbe. «Con sensibilità diversa da quella britannica racconta lei stessa - che per esigenze di spazio suddivide le opere in macro-argomenti e micro-sezioni, nelle gallerie superiori del Museo Diocesano vanno in scena racconti che hanno al centro l'umanità, le sue contraddizioni, la sua bellezza, in perfetta armonia con i temi cari alla diocesi ambrosiana. Interamente prodotta in Italia, la collettiva è frutto di un intenso lavoro di selezione dei progetti e di ideazione del percorso di visita che dà importanza agli autori e agli scatti potenti che hanno consentito loro di salire sul podio e diffondere nel mondo il loro lavoro grazie al contest». Prosegue la curatrice: «Entrando in profondità nelle storie visive da selezionare e osservandole appese nella sede londinese, mi sono resa conto di un cambiamento in atto nella selezione dei giurati e dell'organizzazione stessa degli Awards, che optano per un taglio sempre più artistico, una spiccata attenzione per gli aspetti estetici della fotografia, che incontra il gusto di galleristi e collezionisti».
Il vincitore assoluto di questa edizione, insignito del titolo di Photographer of the Year, è Zed Nelson, per il suo progetto The Anthropocene Illusion che approfondisce l'artificialità del rapporto che gli esseri umani hanno instaurato con la natura e con la sperimentazione illusoria e fittizia che ne facciamo nei parchi naturali, nelle riserve, nei musei, negli zoo. Un'indagine nata un decennio fa, come ha raccontato lo stesso autore, che approfondisce i meccanismi per i quali la nostra specie devasti il mondo naturale e allo stesso tempo desideri mantenere con esso un legame profondo. «Il progetto ci dice Zed Nelson - esplora l'idea che, mentre ci separiamo dall'ambiente, creiamo versioni artificiali o coreografiche della natura per nascondere a noi stessi ciò che stiamo realmente facendo». Il suo portfolio è incluso nella sezione Wildlife & Nature del contest. Le altre nove sono Architecture & Design, Creative, Documentary, Environment, Landscape, Perspective, Portraiture, Sport, Still Life, più le categorie Open, Student e Young dedicate agli emergenti.
Sono in tutto 141 immagini e 52 fotografi, tra i quali spiccano anche alcuni italiani: la documentarista Chantal Pinzi col suo «Shred the Patriarchy» prima classificata nella categoria Sport del concorso Professional; o quello dei classificati al secondo e terzo posto in diverse categorie: Giovanni Capriotti (2° classificato, categoria Prospettive) e Alessandro Gandolfi (3° classificato, categoria Natura morta). E ancora tra i nominati, Alessandro Grassani e Niccolò Rastrelli.
«Questa edizione stupisce anche per qualche guizzo conclude Barbara Silbe - come i ritratti alle toilette pubbliche di Tokio, una residenza per artisti sulla Luna, le divertenti signore boliviane che giocano a golf o le ragazze che trovano il loro riscatto sullo skateboard, scelte curiose della giuria londinese che ogni anno trova nuovi talenti».
Sony World Photography
AwardsMuseo Diocesano Carlo Maria Martini
Dal 12 giugno al 20 settembre
Da martedì a domenica, dalle 10 alle 18
Lunedì e domenica, dalle 17:30 alle 22:30
Costo: Intero 9, ridotto 7 www.chiostrisanteustorgio.it